Sono numerose le costruzioni che sono state realizzate negli anni Cinquanta e hanno delle carenze dal punto di vista termico. Tutta “colpa” della presenza, spesso, di un’intercapedine che fa da separazione rispetto alle murature perimetrali. Nella maggior parte dei casi, infatti, l’intercapedine non è stata isolata o dovere oppure non lo è del tutto.
Ecco spiegato il motivo per cui, spesso e volentieri, si deve ricorrere alla tecnica dell’insufflaggio, che prevede di intervenire con lo scopo di provvedere all’isolamento delle intercapedini perimetrali andando a inserire dei materiali isolanti, di solito sfusi, al loro interno. Un intervento che consta anche di una fase preliminare, in cui è prevista la sigillatura dei fori eventualmente presenti, che di solito si trovano tra i cassonetti che contengono le avvolgibili e l’intercapedine.
Insufflaggio, un intervento spesso necessario nelle case più vecchie
Poi, è il momento di provvedere all’insufflaggio vero e proprio, andando a iniettare del materiale isolante tramite i fori che sono stati fatti nel muro. Questi ultimi devono essere praticati ad una distanza di circa un metro e rispettando almeno 30-40 centimetri nei confronti del solaio superiore.
L’intervento di insuffllaggio poliuretano è uno di quelli più diffusi, dal momento che si tratta di un materiale estremamente efficace a tale scopo. In ogni caso, questa tecnica può essere portata a termine non solo internamente, ma anche esternamente. È chiaro che il risultato che viene ottenuto è lo stesso, ma ci sono comunque notevoli differenze tra le due tecniche.
Nel caso di intervento interno, si evita di utilizzare dei ponteggi e permette anche di non forare le facciate. Il difetto principale di effettuare un’operazione del genere all’interno dell’abitazione è quella di portare chiaramente una sorta di cantiere in casa, dal momento che si dovrà provvedere ad effettuare tale operazione in tutti i locali.
Sotto il profilo puramente energetico, bisogna sottolineare come l’insufflaggio, spesso e volentieri, vada a provocare un netto risparmio in bolletta. In modo particolare, riesce ad essere efficace quando viene integrato con altri interventi di riqualificazione energetica dell’immobile, come ad esempio l’isolamento del sottotetto piuttosto che il ricambio degli infissi più vecchi.
Ovviamente non c’è un importo di denaro che si può prendere da esempio come risparmio annuo, dal momento che la somma che si eviterà di pagare varia in base alla diagnosi energetica che deve essere svolta in via preventiva sulla struttura oggetto dell’intervento. Interessante notare come questa tipologia di lavori sono spesso oggetto di detrazione fiscale, pari al 65%, ma è necessario raggiungere determinate soglie di isolamenti minime.
Sono numerosi i materiali con cui può essere portata a termine tale operazione, come ad esempio la cellulosa, che si ottiene dagli scarti di giornale, oppure dall’EPS bianco in granuli, ma vanno benissimo anche il poliuretano, la fibra in vetro in noduli e pure l’argilla espansa. Insomma, le soluzioni sono davvero tante e la scelta poi dipende anche dal tipo di intervento richiesto.
I vantaggi di una tecnica del genere
Uno dei più importanti vantaggi connessi alla scelta dell’insufflaggio è certamente quella di dover spendere pochi soldi in confronto ad un intervento di isolamento esterno, meglio conosciuto come cappotto. Altrettanto vero, però, che la decisione va presa in base ad alcuni fattori, che devono essere analizzati. Ad esempio, l’isolamento in intercapedine può provocare un aumento o, in alcuni casi, realizzare dei ponti termici.
I ponti termici possono causare delle dispersioni di calore, così come possono favorire il fatto di avere superfici piuttosto fredde nelle abitazioni. È chiaro che l’umidità, poi, può provocare condensa e, di conseguenza, portare a problematiche di muffa. In ogni caso, un intervento di insufflaggio ben eseguito non comporta alcun rischio da questo punto di vista.